Mostra fotografica “Tende….nze” – Pietro L’Annunziata

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Cave di tufo, case ancestrali con porte e finestre, sempre ornate da tende di tessuto, di dimensioni e forme variopinte, che si stendevano per ripararle dal sole, dalla pioggia e dalle intemperie o per impedirne la vista per una maggiore riservatezza del vicinato. Ma cambiano i tempi e il bisogno resta uguale anche se le tecnologie moderne hanno sostituito il telo di tessuto con nuovi materiali metallici e plastici e con nuove forme espressive, costituite da strisce verticali arricciate o a festoni, a rosario o elicoidali, a gocce o a tortiglioni, a intreccio o lisce, per cui non mancano di attrazione e di ispirazione. Tutto ciò diventa un pretesto per Pietro L’Annunziata, fotografo appassionato e tenace ricercatore di nuove e sempre originali iconografie, espressioni dell’anima umana nel tempo e nei costumi sociali. Pertanto, con questa mostra, vuole indurci a vedere oltre, a osservare dentro, oltre le quinte di porte e finestre e capire cosa succede per meglio sentirsi a proprio agio nella convivenza comune. Attirato dalle forze e dalle molteplici cromie di tende anonime, Pietro vuole trasmetterci momenti di introspezione e di estrinsecazione di un vissuto fatto di forme, colori e luci, disgiunte, ma, nello stesso tempo, coordinate e manifestate dalla sua visione fotografica, per suscitare nell’osservatore la stessa sua emozione di artista – fotografo, diventando, così, un prodotto che si accompagna con i sentimenti. Nella sua convinzione di carpire nuovi messaggi dopo i tanti emozionanti “spaventapasseri” – fantocci di stracci multicolori con paglia e altro materiale plastificato, issati su pertiche o forche e piantati in mezzo a campi di grano, di vigneti, di ciliegeti o di frutteti per spaventare i ghiotti passeri. Infatti, nell’attuale produzione fotografica Pietro ha colto particolari di tende variegate nella forma e variopinte nel colore, disposte a striature verticali che mostrano una sorta di campiture cromatiche fatte di forme e di immagini da non sottovalutare anche se ottenute e impresse dallo scatto dell’otturatore della macchina fotografica, usata con maestria dal nostro Pietro e che mai abbandona per le sue ispirazioni.

Michele Martinelli.