Mostra fotografica “Giappone: un giardino per tutte le stagioni” – Marcella Croce e Andrea Matranga

giappone

Nel giardino si compendia mirabilmente l’estetica giapponese che si basa su tre parole chiave: sabi, shibui, wabi, le cui rispettive traduzioni nelle lingue occidentali (‘severo’, ‘modesto’, ‘melanconico’) sono prive delle connotazioni altamente positive che esse posseggono in giapponese. Altri concetti fondamentali sono l’armonia totale (wa) tra uomo, natura e universo, il mutuo rispetto e la venerazione che sono necessari nei rapporti umani, il concetto di umiltà personale (kei) verso tutte le cose, la pulizia e l’ordine (sei) che dovrebbero essere sempre presenti in ciò che ci circonda, nei nostri pensieri e nei nostri rapporti con gli altri. Scopo di tutti questi ideali è coltivare una mente calma in un ambiente sereno e riposante (jaku). L’associazione fra giardino, cerimonia del tè, poesia e religione è fortissima: la parola niwa (‘giardino’) in origine era usata per indicare un luogo purificato dove adorare gli dei (kami) scintoisti indigeni. I padiglioni per il tè hanno sempre nomi poetici: Kasen-no-ma ‘stanza per i poeti maestri’, Shoken-den ‘sala dove si invitano i saggi’, Tekisei-ro ‘padiglione per raccogliere le stelle’… I giardini e tutta la cultura giapponese ruotano intorno al principio del ‘cambiamento’; il giardino cambia di continuo adeguandosi alla stagione, e la bellezza effimera delle foglie autunnali si avvicenda con quella delle magnifiche (ma altrettanto effimere) fioriture primaverili. Grazie a una sapiente disposizione strategica delle specie, il giardino ha qualcosa da offrire in ogni parte dell’anno. In nessuna altra parte della terra il ciclo delle stagioni è vissuto con tale trasporto. “Lo spirito del Giappone, più che spiegato o studiato, va semplicemente ‘sentito’, assorbito. Ricopiando il sutra nell’atmosfera rarefatta del tempio, l’unico rumore che avvertivo era il battere implacabile della pioggia che innaffiava naturalmente i celebrati muschi, e ad ogni tratto del pennello affondavo lentamente sempre più nel terreno inesprimibile del sacro. La pioggia continuava incessante; invece che rovinare la nostra passeggiata nel giardino, l’aveva resa ancora più suggestiva. Scendendo una dozzina di scalini, mi sono ritrovata nel buio totale di un ambiente sotterraneo, che intendeva richiamare il ventre materno, che è anche il ventre della terra, e in pochi minuti ciascun visitatore, che lo volesse o no, diventava pellegrino e avvertiva totalmente cambiata la propria dimensione.”

Tratto da “L’anima nascosta del Giappone” – Marcella Croce – editore Marietti – Milano 2009.

Marcella Croce è nata a Palermo e ha conseguito il dottorato in letteratura italiana presso la University of Wisconsin-Madison (USA). È giornalista e collabora al quotidiano “La Repubblica”. Per conto del Ministero degli Esteri è stata docente di italiano all’Università di Isfahan (Iran) e di Kyoto (Giappone). Ha pubblicato vari libri sulle tradizioni popolari siciliane e Oltre il chador – Iran in bianco e nero (Medusa, Milano) con cui ha vinto il 1° Premio di scrittura femminile “Il paese delle Donne”, Roma 2007. Le sue pubblicazioni Eat smart in Sicily (Ginkgo Press, USA) e “Guida ai sapori perduti – storie e segreti del cibo siciliano” (Kalòs, Palermo) sono state presentate negli Istituti Italiani di Cultura di Malta, Copenhagen, Washington, San Francisco e Vancouver. Con il figlio, Andrea Matranga, ha presentato la mostra fotografica “Riti e teatro tradizionale a Kyoto” presso il Museo Internazionale delle Marionette di Palermo, l’Archivio Comunale di Marsala e l’Art & Culture Association di Atene.

www.marcellacroce.com  

Andrea Matranga ha conseguito una laurea triennale all’Università Bocconi di Milano e un Master presso quella di Tolosa (Francia). Attualmente è ricercatore e dottorando in storia economica presso l’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona (Spagna).  Fotografa da oltre 10 anni ed ha esposto a Palermo, Marsala e Atene. I suoi scatti sono stati pubblicati in riviste italiane, israeliane e maltesi, e in alcune pubblicazioni di Marcella Croce. Per tre anni è stato il fotografo ufficiale degli Internazionali di Tennis Femminili di Palermo (SNAI OPEN WTA). Principalmente interessato in fotografia naturalistica e di viaggio, da qualche anno si dedica anche al ritratto.

http://andreamatranga.googlepages.com/