“Pasqua a Terrasini” – Giuseppe Leone

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La penisola italiana è colma di strane feste paesane ma tra tutte ce n’è una a Terrasini, paese affacciato sul mare proprio a ridosso dell’aeroporto di Palermo “Falcone Borsellino”, davvero particolare. Ogni anno a Pasqua i celibi del paese si riuniscono per celebrare la loro festa, la “Festa degli Schietti”, con una gara che ha lo scopo di dimostrare alla propria “zita” la fidanzata, la capacità di saper issare con forza ed equilibrio un albero di arancio amaro o melangolo, pesante oltre 50 kg, “azzizzato” cioè addobbato per l’occasione con ninnoli e nastrini colorati. La mattina della Domenica di Pasqua, gli ‘schietti’, in costume tradizionale, portano l’albero in giro per le strade del paese e sotto il balcone della fidanzata si cimentano, accompagnati dalla banda musicale, a sollevare l’albero con solo un braccio, fino a far accarezzarne la chioma alla zita affacciata e festante. È una Festa propiziatoria, legata al culto dell’albero e allo sbocciare della Primavera accompagnata da riti arcaici ancora perfettamente conservati. Tre giorni prima della Festa, gli Schietti si riuniscono in un campo per la scelta dell’albero da tagliare. All’alba del Sabato Santo si celebra il rito del taglio e l’albero viene trasportato presso un falegname che provvede ad innestare il tronco con un’asta ben levigata e dritta che verrà rivestita di tela. A questo punto, si procede con l’addobbo della chioma con nastrini e ninnoli colorati. Conclusi i primi gesti rituali, intorno a mezzogiorno gli Schietti si riuniscono in un podere a ridosso del centro abitato per consumare un lauto banchetto a base di carne e pesce al quale tutti sono invitati. Nel Pomeriggio del Sabato, l’Albero addobbato vien fatto sfilare in un corteo festante per le vie del paese a bordo dei classici e coloratissimi carretti siciliani sui quali prendono posto anche gli Schietti. La domenica di Pasqua, di buon mattino, si sparano i mortaretti che indicano l’inizio del giorno di  festa. L’Albero viene trasportato con la massima cura nella piazza principale del paese, davanti il sagrato della Chiesa, per la benedizione e, finalmente, gli impazienti giovani Schietti possono cominciare ad esibirsi. Per tutta la durata del pomeriggio si svolge una gara suddivisa nella sezione ‘schietti’ e ‘maritati’, cioè gli uomini ammogliati che vogliono mettersi alla prova in ricordo dell’antica prova di forza cui anch’essi un tempo si sono sottoposti. Nell’edizione 2012 della “Festa degli Schietti”, l’Assessorato per i Beni Culturali del Comune di Terrasini, in collaborazione con l’Associazione Imago, ha deciso di organizzare un workshop fotografico e di affidarne la conduzione all’esperienza di Giuseppe Leone. Il programma prevede l’accoglienza da parte del sindaco di Terrasini, avv. Massimo Cucinella e dell’Assessore BB.CC., Roberto Conigliaro, l’inaugurazione della mostra fotografica “Un viaggio lungo oltre un secolo” di Giuseppe Leone, un seminario sui “Riti della Settimana Santa in Sicilia” a cura della giornalista e antropologa Marcella Croce, autrice di “Le stagioni del Sacro – Almanacco delle feste popolari siciliane”. Sarà inoltre inaugurata la mostra fotografica “Sacro e profano nei riti pasquali di Sicilia” dei soci dell’Imago Nino Belmonte e Giuseppe Viviano.

Terrasini è un paese di 11.000 abitanti che sorge su una tipica scogliera di roccia rossa in cui è incastonata una piccola spiaggia incornciata dai ‘faraglioni’. Distante 30 km da Palermo,il paese è ben collegato alla città. Il nome di Terrasini è legato a quello del Duca Henry D’Aumale, figlio del re di Francia Filippo D’Orleans, che acquistò una tenuta nella quale produsse un moscato DOC, che per un trentennio imbandì le mense più prestigiose d’Europa. Numerosi i beni architettonici e naturalistici da visitare: il Museo Regionale di Storia Naturale e Mostra Permanente del Carretto siciliano, le Torri di avvistamento, Palazzo La Grua, Palazzo Cataldi e Villa Fassini, la Riserva Naturale Orientata “Capo Rama”, le Chiese. Il paese offre una ricca e diversificata capacità di ricezione turistica.

Processione, emozione e rito.

La Settimana Santa in Sicilia. In modo per lo più inconsapevole da parte di chi vi partecipa, le forme in cui le feste religiose sono tuttora celebrate in Sicilia sono riconducibili da una parte al mondo pagano greco-romano e dall’altra alle culture con cui i siciliani ebbero lunga consuetudine, in particolare la spagnola, l’araba e l’ebraica. In Sicilia come in Spagna, le processioni della Settimana Santa sono eventi multimediali che coinvolgono i sentimenti  più profondi degli spettatori stimolandone i sensi: la vista con gli abbaglianti tesori, l’olfatto con il profumo dei fiori e dell’incenso, l’udito con i toccanti ritmi delle bande musicali. Nella Pasqua cristiana si rinnova annualmente la vicenda mitica esemplare già esistente in tutte le antiche civiltà nelle quali si parlava di una dea (che i Babilonesi chiamavano Ishtar, gli Egiziani Iside, i Frigi Cibele, i Greci Demetra, i Fenici Astarte, i Romani Cerere) che piangeva la morte e assisteva alla rinascita di una divinità che era la personificazione della vegetazione e del grano in particolare. L’opposizione ricorrente è quella dell’estate e dell’inverno, della lotta fra il bene e il male che riprende quella, primitiva e solenne, fra la vita e la morte. Un rito di rigenerazione puntuale della natura che era particolarmente importante per una società la cui sussistenza era interamente basata sul ciclo agricolo.

Marcella Croce.

Marcella Croce ha conseguito il dottorato in letteratura italiana presso la University of Wisconsin-Madison (USA). È giornalista e collabora con il quotidiano “La Repubblica”.  Per conto del Ministero degli Esteri ha insegnato italiano all’ Università di Isfahan (Iran) e di Kyoto (Giappone). Ha pubblicato vari libri sulle tradizioni popolari siciliane tra cui “Le stagioni del sacro – Almanacco delle feste popolari siciliane” (introduzione di Roberto Alajmo – Dario Flaccovio ed.). Con “Oltre il chador – Iran in bianco e nero” ha vinto il 1° Premio di scrittura femminile “Il paese delle Donne”, Roma 2007. Le sue pubblicazioni “Eat smart in Sicily” (Ginkgo ed. USA) e “Guida ai sapori perduti” (Kalòs ed.) sono state presentate negli Istituti Italiani di Cultura di Haifa, Copenhagen, Malta, Washington, San Francisco e Vancouver. Ha presentato mostre fotografiche al Museo delle Marionette di Palermo, all’ Archivio Comunale di Marsala, e presso l’Art & Culture Association di Atene. Il suo ultimo libro è “L’anima nascosta del Giappone” (Marietti ed. Milano).

Giuseppe Leone è nato a Ragusa. È un narratore della Sicilia, dei suoi monumenti, delle sue feste, dei costumi e della vita quotidiana. Le sue immagini narrano la Sicilia, spesso accompagnate dalla letteratura di Sciascia, Bufalino e Consolo, ne rivelano la parte più vera, cioè gli uomini e i paesaggi.

Un evento in collaborazione con: Assessorato per i Beni Culturali del Comune di Terrasini

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