“La doppia memoria” – Antonio Ria

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img061Tra non molti anni, probabilmente, una generazione per la quale la definizione di italo-americani avrà solo una connotazione storica, non saprà più cucinare polpette col sugo, non organizzerà più feste di S. Gennaro o della Madonna del Giglio, o magari continueranno a farlo, per ragioni turistico-commerciali, dei polacchi o dei cinesi. E’ perché nasce l’inquietudine di non sapere più da dove vengono, quindi chi sono, quindi dove vanno che diventa necessario ricordare, raccontare. I riti sono memoria del viaggio e riaffermazione di identità. E per rendersene conto basta andare a verificare lo svuotamento consumistico e il diverso significato che questi stessi riti hanno oggi nei luoghi dai quali anche loro sono emarginati. Antonio Ria ha perfettamente capito il senso di queste celebrazioni e ce lo racconta, insieme alla loro fragilità, con sottigliezza di fotografo. Un fotografo che non ha ambizioni di creazione autonoma attraverso il linguaggio fotografico, ma che questo linguaggio usa all’interno di una ricca strumentazione culturale, storica, letteraria, antropologica in cui il momento visivo ha un ruolo indispensabile per andare più a fondo nei temi affrontati dal suo sguardo peculiare che produce risultati accattivanti, nello stesso tempo saggi ed emozionati racconti.

Ferdinando Scianna.

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